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Public Affairs - INSIGHTS

L’evoluzione della comunicazione istituzionale nell’era digitale

Negli ultimi due decenni la comunicazione istituzionale ha attraversato una trasformazione radicale.

11 LUGLIO 2025

10 Minuti di lettura

Introduzione 

Da una prassi incentrata su canali ufficiali, linguaggio formale e tempi dilatati, si è passati a una comunicazione dinamica, multicanale e soggetta alla costante verifica dell’opinione pubblica in tempo reale. L’avvento del digitale, l’esplosione dei social media e l’evoluzione del comportamento degli stakeholder, hanno imposto alle organizzazioni, pubbliche e private, un ripensamento profondo delle strategie comunicative.

In questo contesto, la capacità di presidiare il dialogo istituzionale, mantenendo coerenza e autorevolezza anche in ambienti polarizzati, è divenuta una competenza ricercata. L’identità istituzionale non si costruisce più solo attraverso note ufficiali o eventi formali ma tramite una presenza costante, affidabile e trasparente. L’istituzione, per essere ascoltata, deve agire come una persona credibile in una comunità, non come un ente distante.

Dal comunicato stampa al presidio dei principali punti di contatto

Una delle principali discontinuità introdotte dalla digitalizzazione è data dalla pluralità dei canali di comunicazione. Poiché non esistono più percorsi informativi unidirezionali ora il pubblico interagisce, commenta, rilancia e talvolta interpreta i messaggi.

Le persone vogliono essere coinvolte e al contempo ricercare dei punti di riferimento e parallelamente il rappresentante delle istituzioni deve trasmettere la maggior chiarezza comunicativa possibile, affinché il proprio messaggio non vada disperso o strumentalizzato. Il mondo si evolve unitamente alla comunicazione istituzionale, basti pensare che il comunicato stampa stesso non è morto, ha solo cambiato forma, ora deve essere rapido, chiaro, adattabile e condivisibile.

Orientarsi nel mondo post digitale sembra semplice ma non lo è anche a causa della polivalenza dei canali di diffusione e della molteplicità di linguaggi. La comunicazione istituzionale deve quindi garantire alcuni obiettivi schematici e che dovranno essere modellati in base alle specifiche ricercate:

Tutto questo richiede l’integrazione tra uffici stampa, relazioni pubbliche, marketing e comunicazione interna, che in molte organizzazioni continuano invece ad operare in compartimenti autonomi, con uno scambio collaborativo di informazioni non soddisfacente e che traspare altresì nel prodotto comunicativo finale.

Autorevolezza e trasparenza: i due pilastri della fiducia

Nel nuovo ecosistema informativo, la reputazione istituzionale si gioca su due fattori chiave: autorevolezza e trasparenza. La prima si costruisce attraverso contenuti solidi, dati verificabili, coerenza tra dichiarazioni e comportamenti. La seconda si ottiene garantendo un agevole accesso all’informazione, spiegando in modo professionale le proprie scelte e azioni e rispondendo in modo strutturato ed elegante alle critiche.

Molte organizzazioni politiche commettono ancora l’errore di utilizzare i canali digitali come meri amplificatori di messaggi unilaterali. La logica però è cambiata: oggi occorre saper generare fiducia attraverso un dialogo aperto, senza rinunciare alla precisione del linguaggio istituzionale. Questo equilibrio è complesso, ma è ciò che distingue una comunicazione efficace da una autoreferenziale.

Il ruolo strategico della comunicazione istituzionale nei processi decisionali aziendale

L’insieme delle azioni con cui l’impresa racconta la propria identità, i valori, la strategia e le scelte a tutti gli stakeholder (interni ed esterni) attraverso la comunicazione istituzionale, è oggi parte integrante del processo decisionale aziendale.

Ristrutturazioni, fusioni, lanci di prodotto, cambi di governance, controversie normative, sono tutte tematiche che andranno affrontate con estrema accortezza comunicativa. In questi frangenti, la gestione della narrativa è infatti parte integrante della strategia.

Un messaggio mal calibrato può generare reazioni negative a cascata, mentre una comunicazione efficace può rafforzare la legittimità e facilitare il consenso.

Per essere all’altezza, le funzioni di comunicazione devono:

Strumenti operativi chiave:

Serve un approccio data‑driven, bidirezionale e purpose‑led: solo così la comunicazione potrà divenire davvero un vantaggio competitivo nei processi decisionali aziendali.

L’opportunità di umanizzare l’istituzione

Infine, l’era digitale offre una grande occasione: umanizzare l’istituzione, senza snaturarne la funzione. Mostrare i volti dietro alle azioni, l’iter lavorativo, le competenze professionali e personali può rafforzare la percezione di vicinanza, trasparenza, competenza e responsabilità.

Questo non significa in alcun modo andare a rendere meno profondi o tecnici i messaggi, l’obiettivo è quello di renderli meno impersonali, più accessibili, autentici e coerenti con le aspettative dei cittadini, dei clienti e dei partner.

Video brevi, storytelling interni, i famosi contenuti “dietro le quinte”, rubriche tematiche: sono tutte leve utili, se gestite con criterio, per alimentare un ecosistema reputazionale più solido e partecipativo.

Conclusione: verso una comunicazione istituzionale integrata e reattiva

In sintesi, l’evoluzione della comunicazione istituzionale nell’era digitale impone un cambio di paradigma: da funzione ancillare a leva strategica. Le organizzazioni devono investire nella capacità di comunicare in modo tempestivo, credibile e coerente, integrando competenze tecniche, sensibilità reputazionale e visione strategica.

Chi guida l’impresa o l’ente pubblico deve considerare la comunicazione istituzionale come un investimento, non come una spesa. Perché in un mondo in cui ogni stakeholder è un polo d’interesse assestante, ogni parola può divenire un’opportunità o all’opposto, un rischio. E la differenza tra i due scenari si gioca tutta nella capacità di comunicare con intelligenza affidandosi a professionisti del settore.