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Errori da evitare nel networking professionale

In un mondo dove le competenze tecniche sono spesso considerate un prerequisito, la vera differenza – soprattutto per chi occupa ruoli di responsabilità – la fanno le relazioni.

05 LUGLIO 2025

10 Minuti di lettura

Introduzione 

Costruire un buon network professionale non è un’attività accessoria o un esercizio di visibilità: è un asset strategico per ogni imprenditore, CEO o manager che voglia generare opportunità, condividere know-how, attrarre talenti e affrontare con maggiore lucidità momenti di trasformazione.

Creare relazioni con altri imprenditori, potenziali partner, investitori o stakeholder può aprire la strada a nuove collaborazioni, opportunità di mercato e occasioni di innovazione.

Tuttavia, il networking è spesso frainteso. Molti lo interpretano come una pratica opportunistica, altri lo trascurano del tutto per mancanza di tempo, altri ancora si muovono in modo poco efficace o addirittura controproducente. In questo articolo vediamo quali sono gli errori più comuni nel networking professionale e soprattutto come evitarli.

 Cercare contatti invece che relazioni

Il primo grande errore è approcciare il networking con una mentalità transazionale: ti contatto solo se mi servi. Questo approccio non solo è sterile, ma anche facilmente percepibile e rischia di compromettere la reputazione. Uno degli errori più frequenti è infatti ad esempio approcciare gli eventi di business come un’occasione per spingere subito i propri prodotti o servizi. Questo atteggiamento può risultare invasivo e poco professionale. Il networking imprenditoriale deve essere visto come costruzione di relazioni di lungo periodo, non come una trattativa commerciale immediata.

Costruire un network efficace significa:

Una rete professionale sana è fatta di connessioni reali, non solo di biglietti da visita o richieste LinkedIn accettate.

Trascurare il follow-up

Spesso si parte bene: un evento, una chiacchierata interessante, uno scambio di contatti. Poi… silenzio. Il secondo errore, infatti, è non coltivare nel tempo le relazioni iniziate.

Il follow-up è ciò che trasforma un incontro in un rapporto. Alcune buone pratiche:

Costanza e continuità sono il vero segreto di un networking efficace. È nel mantenimento costante che nascono partnership solide.

Parlare troppo (o troppo poco) di sé

Un altro errore comune è l’autoreferenzialità: presentarsi parlando a lungo della propria azienda, dei propri successi, dei propri obiettivi. Ma il networking non è un monologo. Serve equilibrio:

La relazione si costruisce nel dialogo, non nel monologo.

In tale ambito spesso ci si presenta altresì senza saper comunicare in modo semplice e distintivo il valore della propria impresa, quindi senza avere una value proposition chiara. È fondamentale definire un elevator pitch efficace che racconti chi sei, qual è la mission della tua azienda e cosa la rende unica rispetto alla concorrenza.

Pensare che il networking sia solo offline (o solo online)

Molti professionisti si focalizzano solo su un canale: o eventi in presenza, o LinkedIn e affini. In realtà, oggi il networking più efficace è ibrido. Le connessioni iniziate online vanno portate offline e viceversa. Nel networking odierno, l’incontro offline è spesso seguito da una ricerca online. Una presenza digitale poco curata può compromettere la credibilità di un imprenditore e della sua impresa. Bisogna assicurarsi che il sito web, i profili social e i contenuti online riflettano la professionalità e i valori del proprio brand. Non bisogna sottovalutare nulla, quindi sia la presenza online sia offline.

L’importante è non confondere la connessione tecnica (es. “siamo in contatto su LinkedIn”) con una relazione effettiva.

Non avere una strategia

Fare networking non significa semplicemente partecipare a eventi o accettare connessioni. Serve una visione strategica. Alcune domande guida:

Una strategia chiara aiuta a muoversi con più efficacia e coerenza.

Sottovalutare l’importanza della reputazione digitale

Oggi molte relazioni iniziano da una ricerca su Google o da un profilo LinkedIn. Non curare la propria identità online significa perdere occasioni prima ancora di averle generate. È quindi essenziale:

Il profilo digitale è spesso il primo biglietto da visita e lascia il segno.

Conclusione: networking come investimento relazionale

Fare networking in modo efficace non significa accumulare contatti e riempire la propria agenda di questi, bensì costruire legami. Non è da vedersi come una corsa a “conoscere tutti”, ma un processo selettivo, costante e intenzionale. È la capacità di trasformare le relazioni in opportunità strategiche. Per imprenditori, dirigenti e professionisti in ruoli apicali, il networking rappresenta uno degli strumenti più potenti per crescere, innovare e affrontare il cambiamento con maggiore consapevolezza.

Ma per farlo bene serve metodo, autenticità e capacità di visione. Evitare approcci opportunistici, curare la propria immagine e saper mantenere i rapporti nel tempo sono le basi per costruire un network solido, in grado di sostenere la crescita e il posizionamento della propria attività.

Perché alla fine, nel business come nella vita, le opportunità migliori arrivano quasi sempre dalle persone giuste. E le persone giuste si attraggono con il modo giusto. Il valore delle connessioni spesso pesa quanto, se non più, del capitale finanziario.