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Debt & Grant - INSIGHTS

Come intercettare e attivare le leve pubbliche per la crescita della tua impresa

Nel corso degli ultimi anni, il contesto imprenditoriale europeo ha subito un’accelerazione su tre fronti fondamentali: digitalizzazione, sostenibilità ambientale e ricerca & sviluppo. Non si tratta più di obiettivi lontani o di scelte opzionali, ma di condizioni strutturali per restare competitivi.

21 AGOSTO 2025

10 Minuti di lettura

Introduzione 

La buona notizia è che questo cambio di paradigma è sostenuto da una quantità senza precedenti di risorse pubbliche. Piani come il PNRR, la Politica di Coesione 2021-2027, i bandi europei Horizon Europe, gli incentivi regionali e le misure del Green Deal offrono strumenti concreti alle imprese che intendono investire nella trasformazione tecnologica, nella riduzione dell’impatto ambientale e nell’innovazione dei propri prodotti o processi.

Tuttavia, ottenere questi contributi richiede metodo, visione strategica e capacità gestionale. In questo articolo spiegheremo:

Perché i grant sono una leva strategica e non una scorciatoia

Molti imprenditori vedono ancora i contributi a fondo perduto come un’occasione estemporanea, quasi fosse una “lotteria burocratica”. In realtà, i grant sono un moltiplicatore strutturale degli investimenti già pianificati, in grado di migliorare i ritorni economici, ridurre il rischio finanziario e accelerare l’implementazione di iniziative strategiche.

Nel caso della digitalizzazione, per esempio, accedere a un contributo può significare ammortizzare rapidamente l’adozione di un ERP, un sistema di CRM avanzato, un e-commerce integrato o un’infrastruttura cloud. Sul fronte green, il supporto pubblico permette di finanziare interventi che migliorano efficienza energetica, gestione dei rifiuti, impianti fotovoltaici o percorsi di certificazione ambientale. In ambito R&S, i contributi consentono di internalizzare competenze tecniche, fare test su nuovi materiali o prototipi, e in certi casi accedere a strumenti brevettuali.

Queste misure, se pianificate in modo coerente con il piano industriale e con i flussi di cassa, diventano uno strumento permanente di politica industriale interna.

Le tre aree chiave: digitalizzazione, transizione green, R&S

Digitalizzazione: oltre la tecnologia, un cambio culturale

L’impresa che investe in digitalizzazione non acquista semplicemente software o hardware: sta riprogettando i propri processi, automatizzando attività, riducendo errori e costruendo basi dati per decisioni più rapide e fondate. I grant su questo fronte finanziano:

I fondi a disposizione comprendono il Credito d’Imposta 4.0, i voucher digitali camerali, gli incentivi regionali FESR e le call europee su digital transformation. L’implementazione pratica può partire da una semplice mappatura dei processi interni per identificare le inefficienze digitalizzabili per poi andarsi a sviluppare in un qualcosa capace di creare ed impattare tangibilmente l’operatività aziendale.

Transizione green: la sostenibilità è anche una questione economica

La transizione ecologica non è più un “costo etico”, ma un fattore di competitività misurabile. Le imprese con performance ambientali elevate:

I grant attivi in questo ambito includono:

Implementare questi interventi significa anche ridurre il costo industriale per unità prodotta, rafforzare la reputazione aziendale e soddisfare i requisiti delle direttive europee (ESRS, CSRD).

Ricerca e Sviluppo: innovare in modo finanziariamente sostenibile

L’innovazione di prodotto o di processo è fondamentale per restare competitivi, ma spesso comporta rischi elevati in fase iniziale. Per questo motivo, le agevolazioni pubbliche sono strutturate per coprire in parte i costi delle fasi più rischiose: studio, prototipazione, test, validazione, industrializzazione.

Gli strumenti attivi includono:

La chiave pratica sta nel fare R&S su obiettivi concreti, legati a nuovi prodotti da portare sul mercato, a processi da rendere più economici o a tecnologie già emergenti ma non ancora internalizzate.

Come implementare una strategia di accesso ai grant in azienda

Un errore comune tra gli imprenditori è l’approccio “reattivo”: si cerca un bando quando si ha un progetto pronto, sperando che sia compatibile. Un approccio più efficace è integrare la finanza agevolata nella pianificazione strategica, costruendo un piano a 12-24 mesi in cui progetti e incentivi procedano in parallelo.

Passaggi consigliati:

Attenzione anche alla gestione post-contributo, che spesso implica:

Questa parte, se trascurata, può vanificare l’intero beneficio ottenuto.

Il ruolo del consulente: da intermediario a partner strategico

Troppo spesso si delega la partecipazione ai bandi a consulenti esterni senza un reale coinvolgimento strategico dell’impresa. Al contrario, il consulente deve essere visto come un alleato nella costruzione di valore di medio-lungo periodo.

Un consulente esperto:

Questa visione integrata trasforma la finanza agevolata da opportunità episodica a leva permanente di sviluppo aziendale.

Conclusione: trasformare i grant in leva industriale stabile

Digitalizzazione, transizione ecologica e ricerca applicata sono i pilastri della crescita industriale europea per i prossimi 10 anni. Chi non investe oggi, rischia di perdere competitività, margini e visibilità.

Il vero vantaggio competitivo non è solo ottenere un contributo, ma costruire una cultura aziendale orientata all’innovazione sostenuta, in cui la capacità di progettare, pianificare e finanziare si muova all’unisono. Questo approccio richiede metodo, ma è alla portata di qualunque impresa ben gestita.

In un contesto dove il capitale costa di più, i margini sono sotto pressione e il rischio di stagnazione è concreto, i grant rappresentano una risorsa da integrare stabilmente nella governance dell’impresa. Con il giusto supporto, possono diventare la spinta decisiva per passare dalla reazione alla progettualità, dalla sopravvivenza alla crescita.

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